La
serata del 29 Agosto si è rivelata essere un incontro multiculturale
tra personalità istituzionali e artisti, premiati e valorizzati
durante la prima edizione del Premio Aurum, istituito al fine di
rilanciare la struttura dell’Aurum e il territorio abruzzese. Il
progetto è nato da un’idea di Arianna Di Tomasso, sviluppata con
l’appoggio dell’amministrazione comunale e dell’associazione
culturale San Benedetto ed è stato presentato dai numerosi ospiti
intervenuti, tra cui il sindaco Luigi Albore Mascia, il professor
Bruno Guerri, Gabriele Pomilio, figlio di Amedeo Pomilio, fondatore
della fabbrica Aurum, in cui si produceva l’omonimo liquore,
mentre, oggi ha lasciato il posto a quella che viene definita la
fabbrica delle idee.
La manifestazione, inserita all’interno del D’Annunzio Festival, è stata condotta da Giuliano Gomez ed ha seguito un filone narrativo di tipo cronologico, aprendosi con un omaggio a Gabriele D’Annunzio, attraverso la lettura di alcuni suoi componimenti, prima di passare al “racconto dell’Aurum”, momento in cui si tracciano le origini della struttura e di come da essa sia stato ricavato un luogo di espressione artistica e culturale, definendolo un capolavoro dell’uomo.
È
stato conferito il premio Aurum al regista Mario Di Iorio per la sua
pellicola La
figlia di Iorio,
riproduzione cinematografica dell’omonima opera dannunziana. Il
premio consiste in una particolare bottiglia dell’omonimo liquore,
realizzata in ceramica dalla ditta SECA di Castelli, celebre per la
produzione dei manufatti in ceramica. La proiezione del film sul
maestoso schermo gigante, allestito sul palco centrale dell’Aurum,
ha reso la serata un momento di evasione, oltre che di riflessione
sul senso stesso della vita e sull’amore. Da un’analisi del
lungometraggio, si può facilmente notare una ricchezza di
costruzioni paesaggistiche e sceniche, esplicate in differenti piani
– sequenza concatenati tra loro sul filo della narrazione, in cui
Mila Di Cotra, ragazza dalla pessima reputazione, in quanto figlia di
Iorio, mago del paese, inseguita inizialmente da diversi mietitori e
rifugiatasi a casa di Ornella. Nel corso del film, diverse le
tematiche tracciate, quali il ripudio della presunta donna di
malaffare da parte delle altre donne del paese e il coinvolgimento
emotivo del contadino Aligi, il quale, invaghitosi della ragazza,
decide di proteggerla, al punto di uccidere suo padre Lazzaro, in
procinto di fare violenza alla ragazza, che si assumerà la colpa
dell’omicidio commesso, scagionandolo.
L’accompagnamento
musicale e il linguaggio di tipo aulico per tutto il racconto rendono
ancor più significativa la narrazione, contornata da diversi
personaggi, tra cui San Cosma, figura, questa, probabilmente più
saggia delle altre presenti nel mito narrato, in cui compaiono anche
celebri attori del teatro abruzzese, come Ezio Budini e Milo Vallone.
In conclusione, il film può essere considerato una fedele
riproposizione in chiave cinematografica della storia dannunziana,
nonché un omaggio al poeta pescarese, grazie alla partecipazione di
notevoli figure, da cui spicca una singolare espressività e
immedesimazione scenica, usufruendo anche dell’uso di costumi del
tempo.
Sul palcoscenico, anche la pianista Angela Giancristofaro, conosciuta per il suo recente progetto Soundtracks, la quale ha allietato il pubblico, accompagnandolo in un viaggio emozionale attraverso le più belle colonne sonore dei celebri film, tra cui La vita è bella, Il pianista, Titanic e Colazione da Tiffany, eseguite in modo diligente, il tutto affiancato dalla riproduzioni di filmati estratti dalle stesse pellicole, rendendo, quindi, il momento un delicato incontro tra cinema e musica.
Una
serata particolare e ben strutturata, grazie alla buona
organizzazione che ha permesso al pubblico di entrare in contatto con
svariati autori e molteplici rappresentazioni artistiche, interagendo
con opere inerenti alla singolare location ospitante, al poeta
Gabriele D’Annunzio e al territorio abruzzese.
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